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Old Camera

 

 

 

 

 

 

Giorno 17° ( 7 luglio )
Kizkalesi- Anamur- Alanya (300 km. circa)

Sono le 8, Knut sta caricando il bagaglio, un ultimo controllo per verificare di non aver lasciato nulla... no ok. E' tempo di ripartire! Infilo il casco e la giacca e subito inizio a grondare sudore, ci sono già 35°! Partiamo rapidamenPanorama tra Kizkalesi e Alanyate, in movimento si sta meglio; se non altro l'andatura muove l'aria e si ha l'impressione di stare più freschi. Superato il promontorio di Silifke la strada corre alta sulla costa, ai lati scorrono boschi di pini marittimi, il panorama è bellissimo. Da un po' sto notando che il cielo, in lontananza, dietro un monte, ha un colore roseo: strano non è l'alba, penso. Poco più in là s'inizia a vedere del fumo, più avanti scorgiamo dei bagliori dietro la montagna. Siamo preoccupati, non capiamo dove sia l'incendio, se sia meglio procedere o tornare indietro. Il percorso si allontana dalla costa, s'inoltra tra splendidi boschi, ma ormai non badiamo più al paesaggio, corriamo veloci, tesi solo a superare il punto critico. Incrociamo due camion dei pompieri a sirene spiegate e c'è gente per strada quando attraversiamo un paio di villaggi. Nessuno però ci fa cenno di fermarci, perciò proseguiamo nell'aria fumosa... Dopo una mezz'ora di corsa pazza il fumo si dirada, torniamo a vedere il sole e...finalmente ci lasciamo la zona dell'incendio alle spalle. La strada è tornata a picco sul mare e, ormai ad una buona distanza, ci fermiamo. Riprendiamo il nostro percorso verso Alanya, dispiaciuti di non trovare punti dove sia possibile arrivare al mare per un bagno ristoratore.
Superiamo Anamur con il suo castello vicino al mare e proseguiamo finchè la strada sale nuovamente e torniamo ad essere circondati dai boschi. Ci fermiamo per pranzo in un semplice ristorante,frequentato da autisti locali. Ci piace la terrazza ombreggiata da enormi Ficus Robustus, e dalla quale si vede l'azzurro del mare. Mangiamo bene spendendo niente. Ci viene offerto il cay a fine pasto e un cliente turco, vissuto per anni in Germania, attacca discorso con Knut. Alla fine ci regala un cestino di pesche e susine che siamo costretti ad accettare per non offenderlo.
Ripartiamo soddisfatti e arriviamo ad Alanya verso le 16. Un posto orribile, pieno di mega hotel e di palazzi costruiti per i turisti stranieri. Traffico pazzesco, tutti suonano e cercano d'infilarsi dappertutto. Noi smadonniamo, chiusi nei nostri scafandri ci stiamo sciogliendo! Dopo vari tentativi riusciamo a trovare la via dell'albergo scelto sulla guida, solo per scoprire che...non c'è più! Demoralizzati e troppo stanchi per continuare usciamo dalla città e troviamo posto in uno degli hotel per stranieri, un 4 stelle, che ci costa ben 100 euro. Alla reception, dopo averci assegnato la camera, ci afferrano il braccio e ci tatuano il polso! Alle nostre proteste ci viene spiegato che è così perchè all inclusive! Alla spiaggia dell'hotel ci stendiamo all'ombra di un ombrellone su due lettini e ci rilassiamo in acqua. La sera scopriamo che la cena è a buffet; alle 19,30 mentre beviamo un aperitivo, orde di clienti si buttano letteralmente sul cibo e tornano in coda più volte! Disgustati li osserviamo: ci è passata la fame!
La notte si rivelerà un incubo. Si susseguono fino all'alba urla e schiamazzi di giovani ubriachi che si inseguono per i corridoi! La mattina siamo stanchissimi, ma ce ne andiamo a gambe levate.

Giorno 18° ( 8 luglio)
Alanya- Antalya- Cirali (200 km. circa)

Da Alanya ad Antalya, circa 120 chilometri, la strada è rettilinea, ai lati scorrono agglomerat urbani, coltivazioni. Il paesaggio è monotono, ma siamo incuriositi da degli strani marchingegni che sbuffano fumo.Ci fermiamo: sotto ad un riparo di fortuna è allestita una specie di grande pentolone-stufa e si nota del fumo fuoruscire da lunghi tubi verticali. Lì vengono cotte le pannocchie di mais e la contadinLa Spiaggia a Ciralia ci sta chiedendo se ne vogliamo. salutiamo e riprendiamo la strada. Impieghiamo un bel po' a oltrepassare Antalya, grande città con più di 1.700000 abitanti. Lasciatala alle spalle, la strada torna a salire e ritroviamo i boschi di pini. Dopo circa 80 km. arriviamo a Cirali, che conosciamo per esserci stati tre anni fa.
Troviamo alloggio alla Yildiz pansiyon, la stessa dell'altra volta. Ha uno splendido, grande giardino con un frutteto di bergamotti, (credo),limoni, banani, ibiscus...dove galline e pulcini scorazzano in libertà. Oltre la strada si stende la spiaggia. Prendiamo possesso di uno spazioso bungalow con aria condizionata e ci rilassiamo. Ci fermeremo 2-3 giorni ad oziare sulla lunga spiaggia semideserta, che di notte è frequentata dalle tartarughe. Ciò che ci piace del posto è che è ancora intatto. La sera, la nostra strada è buia, si cammina al chiarore della luna e si può incontrare...un porcospino, più impaurito di noi o una tartaruga.

Conosciamo una simpatica coppia, che è reduce da un viaggio in India, dove hanno percorso le strade del Punjab con mezzi locali e arrivando alle vette dell'Himalaia. Sono via dall'Italia da 6 mesi. Si fermano una settimana per riacclimatarsi al ritorno in occidente e hanno scelto Cirali perchè è una via di mezzo tra l'oriente e l'occidente...

 

 

Giorno 21° ( 11 luglio)
Cirali-Kalkan (100 km. circa)

Ah! Ci volevano queste tranquille giornate: il mare, le letture,le chiacchiere con Alberto e Yena, sdraiati sulle amache o seduti sui cuscini delle piattaforme sotto i banani; assaporare i ritmi sonnolenti della vita del piccolo villaggio... ma ora sento il morso dell'eccitazione all'idea della partenza.
Salutiamo Yildiz e il figlio, carichiamo la moto e partiamo, percorrendo la bella strada che a tornanti sale verso la statale 400. Intorno a noi il bosco fitto d'ombre dà frescura. Oltrepassiamo una donna già seduta accanto ai fornelli, sottRistorante Kalkano un gigantesco albero, intenta a preparare il cay e chissà cos'altro! Superata Kumluca e la piatta zona delle coltivazioni di banano la strada riprende a salire e scendere. Passata Kale risale su brulle montagne fino al bivio per Ucagiz, pittoresco paesino da cui partimmo in barca, tre anni fa, per un'escursione a Kekova. Il panorama spazia su numerose isole e isolotti, molti dei quali sono già Grecia! Proseguiamo in un continuo alternarsi di curve e controcurve sulla strada, ora molto bella e panoramica, che offre splendidi scorci su calette di liquido turchese. Oltrepassiamo Kas e iniziamo a sentire odor di casa...eh sì! Stiamo per arrivare a Kalkan, vivace paese, fatto di stradine che dalla collina si precipitano verso il mare, costellato di negozietti e ristoranti dove tre anni fa volevamo... quasi comprar casa!
Ci fermiamo come in passato alla Holiday Pansyion e ci assegnano la stessa spartana camera di allora, comprensiva di bagno, aria condizionata e dove servono la migliore colazione della Turchia. Il prezzo è davvero modico! KaputasPranzato in una pizzeria ci rilassiamo un'oretta in camera al fresco e poi.... ci sfiondiamo alla spiaggetta di Kaputas, un vero gioiello! Anche il giorno seguente oziamo in spiaggia, noleggiamo un ombrellone e rimaniamo fino a metà pomeriggio. Per fortuna i turisti non sono tantissimi e possiamo goderci il mare!

 

 

 

Giorno 23° (14 luglio)
Gole del Saklikent

Il giorno dopo, annoiati dall'inattività, optiamo per un'escursione alle gole del Saklikent, distanti una quarantina di chilometri. Arriviamo presto, prima dei pullman di turisti. Il piazzale del parcheggio è deserto, ci fanno parcheggiare vicino all'ingresso e, dato che la biglietteria è chiusa, ci inoltriamo nel canyon, sule gole di Saklikentlle passerelle di legno che costeggiano un torrente impetuoso. L'aria è fredda, ma è niente a confronto dell'acqua! Eh sì... perchè, giunti ad un punto attrezzato per la sosta, con tavoli e bar, il sentiero finisce e si deve guadare! Cercano di affittarci delle specie di calosce, ma rifiutiamo. Un paio di ragazzotti mi offre la mano mentre attraverso il guado; l'acqua è puro ghiaccio e la corrente forte! Li ringrazio, ma... vogliono essere pagati. Rifiutiamo, così come alla proposta di accompagnarci e farci da guide. Cerchiamo di far loro capire, gentilmente, che vogliamo stare da soli, ma, niente, ci seguono e basta, schiamazzando e ridendo. A un certo punto Knut si irrita e fa loro ben capire che ne ha le scatole piene. Ci stanno rovinando l'escursione! Sembrano aver capito e tornano indietro. Noi proseguiamo la camminata sul fondo della gola, tra sassi e pozze d'acqua: vogliamo arrivare alla cascata di cui abbiamo letto. Dopo un'ora buona comincio ad essere stanca di sguazzare coi piedi a mollo e di superare massi, anche grandi, che sbarrano il cammino. Incontriamo un gruppetto di turisti accompagnati da una guida e procediamo dietro a loro. Il percorso si stringe finchè arriviamo ad un punto dove si deve scalare un grosso sbarramento di massi, dai quali scende un un torrentello, in cima al quale due ragazzini turchi aspettano di aiutare turisti in difficoltà. Non riesco a far presa sulle rocce bagnate e anche alzandomi in punta di piedi Lungo il fiume Saklikentnon arrivo ad appoggiare un piede per issarmi sopra le rocce. I ragazzini tendono le mani per afferrarmi e sollevarmi ma, Knut rifiuta, si arrampica, poi mi afferra una mano per tirarmi su. Senonchè, nel tentativo mi rigiro, perdo la presa dell'altra mano sulla roccia e... vengo issata quasi di peso! Completamente a mollo nell'acqua gelida... Ora sì che discutiamo animatamente, perchè avrei preferito farmi aiutare e pagare quattro soldi che non bagnarmi e dare spettacolo! Procediamo ancora per un tratto in salita, dove sono sempre più numerosi gli ostacoli da superare, tra cui un tratto in equilibrio su un tronco dondolante, finchè... BASTAA!!! Sono trascorse 2 ore, non abbiamo acqua nè cibo con noi, siamo stanchi e io bagnata fradicia e... decidiamo di tornare indietro. In fondo abbiamo avuto la nostra dose di avventura! Tornati al parcheggio ci fermiamo a riposare al bar sulla riva del torrente e scopriamo che la gola si sviluppa per ben 18 km!!
Ora è arrivata parecchia gente per cui ce ne andiamo. Inforchiamo la moto e ci dirigiamo su per una strada di montagna, fino ad arrivare alle rovine dell'antica città licia di Tlos.
Scattiamo alcune foto alla fortezza, poi , dato il caldo infernale, proseguiamo. Ci fermiamo a pranzo in un particolarissimo ristorante che si sviluppa con diverse terrazze Vasca a Saklikenttra alti alberi, lungo un corso d'acqua. Restiamo per un paio d'ore poi riprendiamo la via del ritorno. Accidenti che caldo! Ci sono 42° perciò ci fermiamo nuovamente in un luogo in cui una grande vasca d'acqua, coperta da una tettoia da cui provengono spruzzi d'acqua, è circondata dai tipici, bassi divanetti turchi... che fresco!!

 

 

 

 

 

Giorno 24° (15 luglio)
Kalkan- Mugla- Bodrum ( 385 km, circa)

Dopo una ricca colazione salutiamo il gentile albergatore e sua figlia e partiamo. Vogliamo arrivare velocementePanorama vicino a Dalaman a Bodrum e avere del tempo per visitarla. Procediamo ad una buona media, superiamo Fethiye e proseguiamo verso Dalaman. La strada è bella, sale e scende in mezzo ai boschi regalando bellissimi scorci sul mare.

C'è traffico, causato soprattutto da mezzi pesanti che è difficile superare; lo si fa, dando gas, appena possibile. Ma ecco che in fondo alla discesa notiamo che le auto che ci precedono rallentano, così facciamo anche noi, ma veniamo fermati al posto di blocco della polizia. Speranzosi pensiamo si tratti del solito controllo documenti, invece no... ci viene contestato un eccesso di velocità, 100km. orari dove il limite è 70!
Proviamo ad argomentare, ma niente da fare perchè, avendo superato un'auto civetta munita di autovelox, ci mostrano la foto... la multa è salata, circa 100 euro, ma il guaio peggiore è che non abbiamo abbastanza soldi turchi per pagarla e non accettano gli euro! Dovremo recarci in Banca a Mugla, e pagare lì entro 2 giorni. Mer... ci tocca deviare di una trentina di km. e una volta arrivati a Mugla, in banca non possiamo pagare in quanto stranieri, lo potremo fare solo alla Banca Centrale... che però nessuno ci sa indicare dove si trovi! Quando finalmente, dopo svariati giri a vuoto la troviamo...è chiusa perchè è l'ora di pranzo!Imprecando ci rassegniamo ad attendere, pranzando ad un ristorante con aria condizionata: fuori ci sono 41°! Riusciamo finalmente a pagare e sotto l'impietoso sole delle 14,30 ripartiamo in direzione Bodrum. Il nervosismo è ormai alle stelle e... riusciremo a mancare il bivo giusto, proseguendo per circa 40 km nella direzione sbagliata! Quando ci rendiamo conto dell'errore torniamo indietro fino a trovare il bivio per Milas e da lì per Bodrum. La strada ora è bella, ma molto trafficata e il caldo è sempre più insopportabile. Giungiamo alla meta disfatti e disidratati. Ci districhiamo a fatica nel caos di traffico della cittadina e riusciamo a trovare l'hotel prescelto, in un vicolo che si diparte dal lungomare. Scelta azzeccata perchè è situato in posizione tranquilla, è pulito e confortevole. Facciamo una doccia e ci rilassiamo un'oretta in camera, al fresco. Quando usciremo, alle ore 18, la temperatura esterna segna ancora 40°! Il caldo umido è spaventoso, abbiamo poca voglia di camminare! Ci limitiamo a passeggiare sul lungomare, ammirando le imbarcazioni ormeggiate ai moli e infilandoci in un fresco bar per un aperitivo a base di due calici di ottimo rosso!

 

Giorno 25° 16 luglio
Bodrum- Kos ( traghetto Turchia- Grecia)

E' l'ultimo giorno sul suolo turco e devo dire che sono contenta di passare in Grecia. Il caldo soffocante e gli avvenimenti degli ultimi giorni mi hanno provata! Col senno di poi mi dispiace di non avere visitato più a fondo la parte est del Paese. Quella cioè rimasta più vera, meno turistica.
Bodrum Le procedure doganali sono lunghe. Conosciamo due coppie rumene che attendono come noi di poter imbarcare sul traghetto i loro veicoli. Faremo amicizia con loro e chiacchierando ci terremo compagnia nelle lunghe ore di attesa a Kos.
L'isola greca è piacevolmente fresca e ventilata, anche troppo ventilata, tanto che il giorno seguente dovrò stare in spiaggia con la maglietta! Passare dai 45° ai 28° può essere uno shock!

Giorno 27° 17 luglio
Kos

Trascorriamo la giornata visitando le rovine dell'Askelepion, un po' deludenti in verità, e poi su una spiaggia. Facciamo gli ultimi bagni e ci riposiamo sotto un ombrellone finchè arriva l'ora di
cena. Rientriamo in hotel e ci cambiamo. Io sistemo i bagagli perchè l'indomani sera partiremo.
Girelliamo per la piacevole cittadina evitando le strade vicino al mare perchè tira un vento fortissimo. Per cena scegliamo una locanda con giardino riparato che ci consenta di cenare all'aperto.
Dopo cena facciamo una passeggiata per le vie pedonali, ricche di negozietti. Poi... a nanna!

Giorno 28° 18 luglio
Kos-Pireo

Ci svegliamo pimpanti, colazione, carichiamo la moto e partiamo... per fermarci ad una spiaggia attrezzata dove trascorrere qualche ora...poi ci imbarchiamo. la cabina è confortevole e ceniamo discretamente al ristorante del traghetto.

 

Giorno 29° 19 luglio
Pireo- Patrasso

il canale di Corinto

Sbarchiamo la mattina presto e, attraversato il Pireo, troviamo l'autostrada per Corinto- Patrasso. Breve sosta a Corinto per fotografare il canale, poi si riparte. Sostiamo come sempre a Diakofti per l'ultimo bagno e pranziamo al solito ristorantino vista mare, frequentato da turisti greci. Dopo pranzo... viaaa! In poco tempo siamo a Patras dove, alle 16,00, ci imbarcano.
Sento un po' di tristezza, la vacanza è finita! Rimane solo il noioso trasferimento Ancona-Milano.
Restano però a consolarmi i ricordi vividi di questo viaggio.

 

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